Riconosciuta dalla Corte d’Appello la responsabilità sulla sottovalutazione dei sintomi presentati dalla partoriente, sia di quelli che deponevano per la minaccia di rottura dell’utero -la sensazione dolorosa al ventre e l’impressione riferita dalla donna di non avere più contrazioni- sia di quelli che potevano indurre a sospettare un quadro clinico di rottura dell’utero
In questa prospettiva sono state valorizzate dal giudice le seguenti condotte colpose: avere assunto l’iniziativa di staccare il monitoraggio alla paziente, di accompagnarla in bagno e di praticare un cateterismo del tutto infruttuoso, così ritardando il momento dell’apprezzamento della sopraggiunta bradicardia fetale.
continua...
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