E’ stato presentato a Bruxelles l’Indice europeo Health Consumer (EHCI), nella sua 8° edizione, davanti al Commissario europeo per la salute, il lituano Vytenis Andriukaities.
L’indice, nato nel 2006, vuole offrire una valutazione – dal punto di vista dei consumatori – sullo stato della sanità di 37 paesi UE, valutati con 47 diversi indicatori (diritti dei pazienti e informazioni, accessibiltà e tempi di attesa, outcome, range e servizi, farmaceutica), soppesati e riequilibrati con criterio numerico.
L’Italia si classifica quest’anno al 21° posto, con 648 punti, peggiorando la posizione dello scorso anno (20°) e degli anni precedenti (15° nei primi rilevamenti).
Al primo posto l’Olanda, con un punteggio di 898 su 1000, seguita da Svizzera, Norvegia, Finlandia e Danimarca.
In generale si registra in molti paesi un lieve calo della spesa sanitaria, ma anche un miglioramento complessivo delle prestazioni.
Nel complesso, invece, la performance del sistema sanitario italiano continua a scivolare verso il basso, proseguendo nel suo malaugurato cammino in discesa iniziato fin dai primi rilevamenti dell’EHCI. La sanità pubblica, sottolinea il report, rientra fra i tanti e importanti sistemi del Paese che hanno disperatamente bisogno di riforme, ma nel clima di paralisi in politica imperante non vengono attuate misure in grado di porre rimedio alla scarsità di questi risultati. L’attuale regionalizzazione della sanità pubblica minaccia di allargare il divario fra nord e sud, rendendo talvolta difficile stabilire la media italiana. L’indagine relativa alle associazioni dei pazienti rileva un notevole miglioramento, in base al quale il Paese sembra avere ridotto significativamente il problema dei pagamenti in nero, guadagnando all’Italia un semaforo verde. Un buon risultato!
Raccomandazioni per il miglioramento del sistema italiano
– “Attendersi grandi riforme, che appaiono estremamente incerte, significherebbe prendersi in giro”, afferma il dott. Bjornberg. “Sembra più probabile attuare misure specifiche, come una forte svolta nella prevenzione antifumo, dato che quest’ultimo è una delle cause degli scarsi risultati dei trattamenti. L’eccessivo consumo di antibiotici va a braccetto con l’elevato livello di gravi infezioni ospedaliere: si tratta di una correlazione pericolosa, che andrebbe affrontata”. La parità del sistema sanitario sembra anch’essa essere a rischio, in una situazione fortemente accelerata dall’abissale mancanza di preparazione per l’assistenza a lungo termine della popolazione in invecchiamento. Sotto questo punto di vista, infatti, l’Italia si colloca allo stesso posto di Romania e Grecia, ma ancora una volta non sembra esservi alcuna volontà politica di attuare azioni risolutive.
Fonte: http://www.healthpowerhouse.com/index.php?Itemid=55