In presenza di interventi sanitari c.d. routinari, quale quello relativo a una erronea diagnosi di una malattia (psoriasi a chiazze) diversa da quella da cui il paziente era in realtà affetto (una micosi), è onere del professionista provare l’assenza di colpa in relazione alla condotta tenuta nella specie, che la prova che l’insuccesso dell’intervento (nella specie, di tipo diagnostico-terapeutico) fosse dipeso da fattori indipendenti dal proprio comportamento – dimostrando di aver osservato, nell’esecuzione della prestazione sanitaria, la diligenza normalmente richiesta ad uno specialista, ed esigibile in capo ad un medico in possesso del medesimo grado di specializzazione.
Cassazione civile sez. III, 20/01/2016 n. 885