Con il termine social media ci si riferisce a una varietà di applicazioni che permettono agli utenti di condividere on line testi, registrazioni audio e/o video[1].
Alla loro base è l’innovazione apportata dal cosiddetto Web 2.0, l’evoluzione della rete caratterizzata dalla possibilità per gli utenti di interagire e modificare i contenuti pubblicati, incentivando quindi la partecipazione.
Per i cittadini si è creato un potente strumento per accrescere il loro empowerment, assumendo un ruolo sempre più attivo nei percorsi di cura e nelle iniziative di promozione della salute.
Per le organizzazioni sanitarie si è aggiunto un nuovo canale di comunicazione interattiva con i propri utenti, attuali o potenziali.
Non poche le opportunità anche per i professionisti sanitari[2], peraltro non indenni da insidie al punto da indurre diverse Autorità a richiamare l’attenzione sui rischi correlati e a produrre raccomandazioni per un uso consapevole e prudente.
In tal senso si è mossa la British Medical Association (BMA) con la pubblicazione, nel 2017, del documento “Social media. Practical guidance for doctors”[3], che, peraltro, fa seguito ad altri documenti sullo stesso tema[4].
In essa si evidenziano i vantaggi generali derivanti dall’uso dei social media:
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