ROMA, 19 OTTOBRE 2018 – Un momento di incontro con alcune delle più importanti realtà operanti nel campo delle nuove tecnologie per il settore sanitario Italiano con approfondimenti che vanno dal Machine Learning alla chirurgia robotica ortopedica, dalla sicurezza e controllo dei programmi ai modelli integrati di gestione della cronicità.Si è svolto a Milano, venerdì 5 ottobre, il primo congresso di Sham Italia, la Mutua assicurativa specializzata nella gestione del rischio clinico, l’assicurazione della responsabilità civile sanitaria e nella sicurezza delle cure.
“L’innovazione tecnologica in sanità – spiega il Country Manager, Christophe Julliard – sarà sempre uno strumento centrale nella riduzione del rischio: per questo motivo abbiamo voluto dare il nostro contributo a diffondere, tra le strutture sanitarie pubbliche nostre associate, una cultura delle potenzialità, dei limiti e dei nodi che sono ancora da sciogliere partendo dalle esperienze concrete dei grandi attori del settore. Questa è una delle vie attraverso le quali si declina il modello mutualistico che contraddistingue Sham: promuovere il confronto non solo all’interno della Mutua ma nell’intero panorama sanitario, per sviluppare nuove soluzioni alle sfide del presente e del futuro”.
Tra i diversi casi studio presentati:
L’intelligenza artificiale e il suo effetto moltiplicatore nell’efficacia della ricerca sulla SLA ha aperto l’intervento di Barbara Alicino di IBM. “Ci sono state due grandi innovazioni che hanno cambiato il ruolo della tecnologia in sanità: la capacità da parte dei software di leggere (e “capire”) gli articoli scientifici e la capacità di leggere le immagini. Questo ha segnato un cambio di paradigma.
Un medico dovrebbe impiegare 29 ore al giorno per tenersi aggiornato sulla letteratura. L’intelligenza artificiale non sostituisce, ma affianca medici e ricercatori selezionando in anticipo le strade più promettenti da percorre. E questo fa la differenza”. IBM Watson™ for Drug Discovery, infatti, ha analizzato milioni di pagine di letteratura scientifica, oltre 1500 proteine target ed una vasta quantità di dati clinici per individuare 5 nuove proteine sulle quali concentrare la ricerca per curare la SLA.
“Un lavoro che avrebbe richiesto anni è stato svolto in pochi mesi – spiega la senior consultant nel Business Development for Healthcare and Life Science di IBM – permettendo di trovare nuovi filoni di interesse che altrimenti non sarebbero stati presi in considerazione”.
Il Dott. Danilo Colombero si è concentrato sul presente e sulle prospettive della chirurgia robotica in ortopedia. L’Ortopedia Traumatologia del San Luigi Gonzaga di Orbassano (TO) è stato il primo reparto a studiare e applicare in Piemonte i robot in chirurgia e, al momento, hanno avviato con la Regione un progetto di verifica sul rapporto tra costi e benefici dopo aver effettuato oltre 40 interventi robot assistiti. “Gli interventi di impianto e, conseguentemente, revisione delle protesi aumenteranno sempre di più con l’invecchiamento della popolazione. La maggior parte degli errori che si verificano negli interventi convenzionali riguardano il posizionamento dei dispositivi protesici.
L’assistenza robotica, grazie alla capacità di mappare radiologicamente il sito chirurgico e ai movimenti molto più precisi, riduce al minimo le variazioni di posizione e il consumo osseo. È sempre il chirurgo che opera, valuta e fa le scelte, ma il robot mette a disposizione informazioni molto più dettagliate e alcuni sistemi di sicurezza che lo accompagnano durante l’intervento. Questo riduce i rischi, permettendo alla persona assistita di iniziare la riabilitazione il giorno stesso dell’intervento”.
Microsoft ha presentato InnerEye di Microsft Research. Il programma, sviluppato assieme ai clinici dell’ospedale di Cambridge, si prefigge di disegnare gli algoritmi per il contornamento automatico degli organi da radiotrattare. “Attualmente – spiega Veronica Jagher, Director Industry Solutions-Healthcare Industry – per ogni seduta radioterapica, il clinico è chiamato a contornare ‘manualmente’ sede e volume dell’organo da irrorare, unendo fino a 300 slide radiologiche. È un processo lungo. Lo sviluppo di InnerEye si prefigge non solo di automatizzare il processo, risparmiando ore di lavoro al giorno – ma di tarare la quantità di radiazioni volta per volta.
Durante il processo radioterapico, infatti, le dimensioni del tumore si riducono. Ciò implica, però, che la dose di raggi fissata all’inizio rischia di essere superiore al necessario man mano che la terapia procede. Se, però, il programma potesse valutare non solo la localizzazione dell’organo – distinguendo tra tessuto e tessuto – ma anche il progresso della malattia, potrebbe suggerire la dose adeguata per ogni seduta. È in casi come questo che si dimostra la capacità dell’intelligenza artificiale di ridurre il rischio clinico.
L’intelligenza artificiale mette a disposizione della sanità potere computazionale e algoritmi che sono in grado di andare ad analizzare quantità di dati che umanamente non potrebbero essere analizzati, andando ad aumentare le potenzialità del medico senza mai sostituirlo. Anzi, fin dallo sviluppo dei programmi è fondamentale la collaborazione con i clinici perché è la loro intelligenza a venir infusa negli algoritmi”.
GPI GROUP ha affrontato, invece, un tema ad ampio raggio che riguarda la sostenibilità dell’intero sistema sanitario. “L’Italia ha in Europa, la più alta aspettativa di vita assieme alla Spagna, ma una bassa aspettativa di vita in salute. – spiega il direttore Strategies, Lorenzo Montermini – Questo significa che le malattie croniche, quasi sempre legate all’invecchiamento, riguardano il 39 per cento della popolazione residente, ma assorbono il 78 per cento dell’intera spesa sanitaria. Questo è il driver centrale nell’evoluzione della domanda di salute che impone l’introduzione della tecnologia. La tecnologia è il fattore abilitante per rendere sostenibili i sistemi sanitari del futuro”.
GPI ha sviluppato il Cronic Car Model: un sistema integrato di assistenza alle cronicità che fonde l’approccio terapeutico e quello amministrativo. “La sfida è creare uno strumento globale che includa gestione e erogazione delle cure, un sistema informativo dove sono racchiuse tutte le attività ospedaliere e una piattaforma per la gestione del telecare. Riunendo tutte le informazioni è possibile analizzare l’intero quadro demografico per capire le priorità di intervento, i presidi sul territorio e, non ultimo i piani di prevenzione che permettono di ritardare o scongiurare l’insorgere delle malattie croniche”.
“Il monitoraggio degli strumenti tecnologici più efficaci per migliorare la qualità delle cure nelle strutture sanitarie e la loro armonizzazione nel lavoro dei professionisti sanitari è parte integrante della missione del modello mutualistico di Sham. – conclude Dominique Godet, Direttore Generale del Gruppo Sham – Occasioni come quella del congresso Sham, perciò, hanno lo scopo di aumentare la consapevolezza e la fiducia nei confronti di strumenti che possono innovare profondamente ogni ambito dell’assistenza sanitaria. Per i soci/assicurati Sham, in particolare, questi incontri rappresentano una tappa di un percorso di crescita assieme, al cuore della relazione tra Mutua e centinaia di aziende sanitarie associate in Francia, Italia, Spagna e Germania e unite dall’obiettivo comune di rendere le cure più sicure”.
A proposito di SHAM – Fondata in Francia nel 1927 da alcuni direttori ospedalieri, Sham è una mutua assicuratrice specializzata nella gestione del rischio clinico, e da 90 anni un partner solido e affidabile dei professionisti del settore sanitario, sociale e socio-sanitario. Operatore di riferimento a livello europeo in materia di responsabilità civile, Sham conta circa 11.000 tra soci strutture sanitarie e professionisti. Con sede principale in Francia (Lione), Spagna, Italia (Roma e Torino) e Germania, Sham impiega circa 438 dipendenti e nel 2017 ha realizzato un fatturato di 373,5 milioni di euro.
Sham Italia è una filiale del Gruppo Sham, un gruppo europeo di mutua assicurazione che offre a tutti i professionisti della salute, dell’azione sociale e territoriale, soluzioni inerenti la gestione, la prevenzione e l’assicurazione dei rischi legati alla loro attività, in tre aree di competenze complementari: l’assicurazione (Sham), il brokeraggio (Sofaxis), la consulenza e i servizi (Neeria, Ravinale). Con circa 1.000 dipendenti in Europa, il Gruppo Sham ha registrato nel 2017 un importo di 829 milioni di euro di premi raccolti. Per informazioni: www.sham.com/it; www.groupesham.com/fr.