di Gabriella Negrini
Rischio Sanità n. 21 – Giugno 2006
Evenienza sempre più ricorrente, in ospedale come in altre strutture sanitarie, specie se centri di eccellenza, è la richiesta ai medici di erogare prestazioni professionali variamente qualificate: valutazioni, giudizi specialistici, consulti, second opinion ecc., sulla base di documenti sanitari o di campioni biologici, in assenza del paziente a cui i dati si riferiscono.
Dalla radiologia alla patologia clinica, all’oncologia, alle chirurgie specialistiche, senza tralasciare altre branche della medicina, è un pullulare di richieste tese ad acquisire pareri focalizzati o complessivi, in vista di decisioni incidenti sulla vita o la salute dell’interessato o dai risvolti legali.
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