di C. Bianchin
Rischio Sanità n. 50 – settembre 2013
Il problema è di verificare se c’è evidenza che una buona relazione possa influenzare le intenzioni dei pazienti ad agire contro il medico o la struttura in caso di percepito danno da errori nei trattamenti sanitari. E in particolare, se una buona comunicazione con il paziente possa rappresentare un fattore protettivo verso il rischio di richieste di risarcimento. Alcuni studi hanno evidenziato che tale rischio non sembra prevedibile in base alle caratteristiche dei pazienti, alla complessità della malattia e neppure all’esperienza e competenza tecnica del medico, ma piuttosto sembra correlabile all’insoddisfazione del paziente circa le capacità del medico di stabilire un rapporto, di dimostrarsi disponibile, di garantire un’effettiva comunicazione e di guidare le aspettative dei pazienti rispetto ai risultati concretamente raggiungibili con i trattamenti sanitari. Se le richieste risarcitorie sono associate all’insoddisfazione dei pazienti, allora dovrebbe in teoria essere possibile creare un sistema di sorveglianza e monitoraggio che possa essere usato per individuare interventi correttivi mirati in particolare verso quei medici a maggior rischio di essere contestati per malpractice.
continua...
RISERVATO AGLI ABBONATI A RISCHIOSANITA'.it
REGISTRATI |