di G. Negrini
Rischio Sanità n. 51 – dicembre 2013
La presenza di uno strumento informatico per l’acquisizione dei dati e per la ricerca di informazioni, nei luoghi in cui avviene il contatto di un paziente con un medico, è stato oggetto di riflessioni e studi osservazionali per comprenderne luci e ombre. Agli entusiasmi iniziali, talora temperati da timori o resistenze da parte dei professionisti, hanno fatto seguito preoccupazioni rispetto al viraggio del rapporto, da diadico: paziente-medico, a triadico: paziente-medico- computer. Ci si è chiesti se e come questa presenza “terza” fosse in grado di influenzare la tradizionale relazione di cura. Un esempio emblematico del possibile vissuto di un paziente si trae dal Case Scenario descritto da Ventres qualche anno addietro (1): il paziente riferisce che il suo medico non lo guarda più quando parla e trascorre la maggior parte del tempo di visita scrivendo in silenzio, fatto questo che lo fa sentire a disagio. Mentre il paziente espone i suoi problemi, tutt’al più il medico annuisce e continua a scrivere. Il colloquio viene quindi percepito dal paziente come innaturale e condizionato dalle interazioni con il computer.
continua...
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