di G. Negrini
Rischio Sanità n. 45 – giugno 2012
Un’occasione per riflettere sul tema del contributo dell’Information Technology (IT) alla sicurezza clinica è data dalla pubblicazione, da parte dell’Institute of Medicine (IOM) statunitense, nel novembre 2011, del documento: Health IT and Patient Safety: Building Safer Systems for Better Care.1 Il Committee on Patient Safety and Health Information Technology dell’IOM era stato richiesto di effettuare un’analisi delle evidenze riguardanti l’impatto dell’informatica in campo sanitario dall’angolazione della patient safety, e di emettere raccomandazioni volte ad assicurarne una maggior sicurezza. Il lavoro condotto ha spaziato da una revisione di letteratura all’apporto di conoscenze da parte di produttori di IT, di strutture sanitarie e di loro utenti. Nell’area di studio sono stati ricompresi diversi oggetti: cartelle sanitarie elettroniche, prodotti che vedono i pazienti partecipi (ad esempio: personal health records), software (SW) per scambi informativi, escludendo invece il SW connesso a dispositivi medici. È convinzione diffusa che l’IT, se progettata, realizzata e utilizzata in maniera appropriata, sia in grado di trasformare positivamente l’erogazione dei trattamenti sanitari; per contro, una sua applicazione inadeguata può rendere più arduo il lavoro quotidiano e condurre a negative, indesiderate conseguenze.
continua...
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