di A. Guerrieri
Rischio Sanità n. 49 – giugno 2013
Al centro delle attuali politiche sanitarie emerge sempre più la necessità di adottare, da parte di tutte le strutture sanitarie, pubbliche e private, accreditate e non, opportune quanto ineludibili attività di risk management e clinical governance allo scopo di migliorare la qualità delle cure erogate e la sicurezza dei pazienti, nonché di incidere favorevolmente sui costi. L’assunto, oltre che essere ritenuto requisito essenziale ai fini dell’eventuale accreditamento, si impone, di fatto, come propedeutico alla sopravvivenza del SSN stesso: l’imperativo, infatti, è ridurre gli sprechi per migliorare le prestazioni – misurandone il livello qualitativo e quantitativo e comparandone gli esiti tra le aziende erogatrici – ed imparare dagli errori commessi, tanto organizzativi quanto sanitari, affinché non si reiterino, coinvolgendo direttamente nel processo di ottimizzazione dei protocolli e delle procedure aziendali, non solo gli operatori interni, ma anche i pazienti, i loro familiari e la società civile
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