di Giulio Marcon
Rischio Sanità n. 19 – Dicembre 2005
La medicina difensiva può essere definita come “una paura costante di eventuali denunce da parte dei pazienti o dei loro parenti”. Dato che si tratta di un comportamento che non solo infrange le regole deontologiche della professione, ma che ingenera anche un ingiustificato aumento dei costi e dei rischi per i pazienti, la medicina difensiva viene considerata anche come una distorsione della pratica clinica, che va a vantaggio del medico ma a svantaggio del paziente, il quale riceve cure inutili o di bassa qualità. Le cure di bassa qualità e le cure o le procedure inutili determinano inoltre un aumento ingiustificato dei costi sanitari ed una scorretta distribuzione delle risorse.
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