di E. Barbiero e R. Volpato
Rischio Sanità n.4 marzo 2002
Un pomeriggio qualunque di un giorno qualunque. Ieri pomeriggio è andata in arresto la signora del 16 che era appena entrata. Per fortuna siamo corsi subito, io e il medico, mentre la mia collega correva a prendere il carrello del pronto soccorso. La collega (uninfermiera che lavora qui da poche settimane) non arrivava mai con il carrello.
Finalmente arriva tutta trafelata, dicendo che aveva fatto fatica a trovarlo. Cerchiamo un tubo di Mayo, ma manca la misura adatta perché lunico che cè sul carrello è troppo piccolo. Mentre il medico fa il massaggio cardiaco e la collega ventila la signora come può, corro nel reparto di sopra per cercare un tubo di Mayo adatto. Mi precipito di nuovo giù per le scale, e finalmente riusciamo a ventilare correttamente la signora. Cerco il Flebocortid da 500 richiesto dal medico, ma trovo solo qualche fiala da 100. Nuova corsa nella farmacia di reparto per trovare il farmaco e finalmente si potrebbe trattare la signora…ma sul carrello ci sono solo siringhe piccole .
Quante volte abbiamo imprecato contro l’ignoto collega che per non andare fino in guardiola a prendere un ago-cannula ha trovato più comodo prelevarlo al carrello di pronto soccorso. Quante volte chi ha trattato l’urgenza prima di noi non si è curato di rimpiazzare i farmaci usati. Quante volte manca il farmaco giusto. Quante volte abbiamo un medico di guardia di un altro reparto che non si ricorda il dosaggio del nitrato. Quante volte abbiamo rischiato di perdere un paziente per la pigrizia o l’incuria colpevole degli altri.
Che fare?
continua...
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