di AA.VV
Rischio Sanità n.10 – Settembre 2003
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) utilizza, tra gli altri indicatori proxy per valutare il livello di sviluppo sociosanitario di una nazione, la quantità di morfina annualmente impiegata a fini terapeutici: in quest’ambito l’Italia risulta al 100° posto, superata da Paesi con un tenore di vita decisamente inferiore. Non c’è dubbio che questa situazione sia da ascrivere, in primo luogo, alla complessità della legge sugli stupefacenti, cambiata l.8 febbraio 2001 con l’entrata in vigore della legge n°12, che indica le norme per agevolare l’impiego dei farmaci analgesici oppioidi nella terapia del dolore. Negli studi trasversali, la prevalenza del dolore negli ospedali rimane elevata: 79% per Donovan (1987), 50-60% per Abbot (1992), 44% per Visentin (1999), 43-56% per Costantini (2000). Poiché si stima che il dolore possa essere controllato efficacemente nel 90% dei casi, è evidente che una percentuale elevata di pazienti soffre di un dolore che potrebbe essere evitato. Nel 1992 presso l’ospedale St-Luc di Montreal (Canada) fu avviato un progetto innovativo .verso un ospedale senza dolore finalizzato a modificare le attitudini e il comportamento dei professionisti sanitari e, nello stesso tempo, dei malati ricoverati; il medesimo progetto ha ricevuto l’appoggio ufficiale della divisione Panamericana dell’OMS ed è stato esportato in molti altri paesi.
continua...
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