di S. Marinello
Rischio Sanità n. 43 – dicembre 2011
Un medico è stato condannato alla pena di otto mesi di reclusione perché ritenuto colpevole del reato di cui all’art. 476 c.p., perché in qualità di chirurgo aveva aggiunto al diario giornaliero la seguente dicitura “… visita, condizioni generali migliorate, continua terapia si somministrano tre sacche di plasma”, annotando tali dati non contestualmente al loro verificarsi; in tal modo alterava un atto pubblico vero.
Secondo i difensori, tale dicitura non venne apposta nello stesso giorno, in quanto, il medico, finito il turno aveva lasciato il reparto, senza avere avuto tempo di riportare nel diario clinico i dati relativi alle condizioni dei degenti e le cure disposte e praticate, che risultavano però segnate nelle schede termometriche allegate alle cartelle cliniche; l’attestazione venne apposta successivamente, anche se, nel frattempo il paziente era deceduto e la polizia giudiziaria aveva eseguito una fotocopia della cartella in reparto, dove non figurava ancora la dicitura sulle condizioni e sulle cure disposte.
continua...
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