di G. Negrini
Rischio Sanità n. 40 – marzo 2011
Il cosiddetto consenso informato ai trattamenti riguardanti la salute, a partire da alcuni decenni è incontrastato protagonista di dibattiti etici, approfondimenti dottrinari, sentenze di diverse corti, tormentate valutazioni dei professionisti sanitari.
Il trapasso dal modello paternalistico a quello incentrato sull’autodeterminazione del paziente, come tutti i cambiamenti culturali, ha richiesto determinazione, costanza e tempo per superare i robusti steccati che a lungo hanno caratterizzato la relazione tra medico e paziente.
Ingenti sforzi intellettuali e organizzativi sono stati compiuti per mettere a punto procedure istituzionali sempre più accurate e dettagliate per l’acquisizione del consenso, così che oggi la svolta parrebbe compiuta.
Possiamo dunque dichiarare estinto il tanto biasimato paternalismo e rallegrarci di un nuovo corso basato sul pieno ed effettivo rispetto della decisione consapevolmente assunta da ogni persona, quale espressione della sua liberà di cura? Dopo oceaniche quantità di scritti, ha ancora un senso continuare a riflettere sul tema?
continua...
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