di G. Negrini
Rischio Sanità n. 42 – settembre 2011
Che cosa si intende per autosomministrazione?
Se è indubbio che ci si riferisca a un’assunzione di medicinali attuata dallo stesso paziente – oppure da un suo caregiver –, diverse sono le accezioni relativamente ad altri aspetti, quali:
• il tipo di pazienti e di farmaci coinvolti;
• le finalità perseguite.
In letteratura si rinvengono non pochi contributi sul tema, dai quali si desumono diversità interpretative.
Da una review pubblicata nel 2006,(1) a partire da articoli apparsi in lingua inglese fin dal 1959, si trae la seguente osservazione: una chiara, concisa definizione di autosomministrazione è difficile da rintracciare.
Nel 1994, nell’ambito della Società dei Farmacisti ospedalieri australiani, il Comittee of Specialty Practice in Rehabilitation aveva suggerito di definire l’autosomministrazione di farmaci in ospedale come l’autogestione dei farmaci da parte dei pazienti, sotto la supervisione del personale di assistenza.
Nel 2002, il concetto è stato riconsiderato, all’interno di una strategia volta a identificare e indirizzare i problemi correlati alla dimissione.
continua...
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