A distanza di quattro anni da un precedente scritto apparso su questa rivista[1], si ripropone una riflessione sulla aderenza dei pazienti alla terapia farmacologica loro prescritta, sulla scia di sempre più numerosi contributi di letteratura[2] e di Autorità regolatorie di diversi Paesi[3].
Oltre che su riviste scientifiche, l’attenzione sul problema della non aderenza viene ormai affrontato anche sulla stampa quotidiana, come dimostra l’articolo apparso sul New York Times del 17/4/2017: The Cost of Not Taking Your Medicine[4], in cui si afferma che negli USA la non aderenza rappresenta un’epidemia fuori controllo che riguarda più persone di qualsiasi malattia, causando circa 125.000 morti l’anno, il 10% dei ricoveri ospedalieri, con costi annuali per il sistema sanitario stimabili tra 100 e 300 miliardi.
Il fenomeno, per quanto non ancora bene esplorato nella sua reale consistenza, appare di proporzioni quanto mai ragguardevoli nella più parte dei Paesi sviluppati e alimenta preoccupazioni per le correlate, negative conseguenze.
La non aderenza può riguardare il mancato inizio del trattamento, l’attuazione dello stesso in modalità difforme del regime prescritto o la sua discontinuità.
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